Tutti a Zanzibar
John BrunnerFantastico come la realtà. Scientifico come la fisica e la filosofia,
come la musica e la matematica, come la sociologia e il sogno.
Imprudente e intransigente. Estremista, esoterico, eccessivo.
Rivoluzionario
come la rivoluzione di domani. Profondamente umano. Questo è
"Zanzibar", il mitico "Zanzibar" - libro segreto della fantascienza
moderna. I protagonisti più diretti della vicenda - Hogan e House -
hanno in comune qualcosa di più che l'appartamento in cui coabitano, la
sequela di "sfinfie" che passano per i loro letti, e la H iniziale del
nome. Sono due giovani che, scavalcando i propri problemi personali,
vengono travolti ai due capi del mondo dai destini rispettivi, positivo
per l'uno, negativo per l'altro, ma entrambi su scala globale e
drammaticamente condizionati dalle strutture del potere. Intorno a loro
si frantumano le storie private e struggenti d'innumerevoli persone
d'ogni genere e tipo: è tutto un mondo futuro visto da dentro, nei suoi
tic, nei suoi costumi, nel suo linguaggio, nella sua fiera delle vanità,
nella sua sopraffazione televisiva, nella sua condizione
d'incomunicabilità. L'idolo e l'oracolo di questo mondo è Shalmanéser,
il supercervello elettronico che acquista autocoscienza NON come i suoi
creatori forse speravano, bensì nella salutare semplicità della logica.
II suo colloquio con Chad Mulligan - barbone milionario, scrittore
disperato per l'impossibilità di parlare la lingua del semplice
buonsenso senza sembrare paradossale - è un momento di grande e civile
emozione. Su tutto incombe l'esplosione demografica. All'inizio,
l'intera umanità potrebbe stare, ritta in piedi, sull'isola di Zanzibar;
alla fine è con i piedi nell'acqua. Il mondo di "Zanzibar" si è già in
parte avverato: le multinazionali, la guerriglia urbana, il terrorismo,
l'"amplificazione" militare, persino una specie di Papa Eglantine... A
quando la politica di selezione eugenetica?